Migliore di tanti libri per ragazzi

La famiglia Cercaguai - Christine Nöstlinger

Sinceramente non so con esattezza il motivo per il quale mi ritrovo a recensire un libro per bambini. Ho letto questo romanzetto quando ero una bambina e l’ho riletto ultimamente durante una cernita di libri da vendere.
L’ho riletto in una giornata per pura curiosità, ricordandomi che mi era piaciuto da bambina, e lo considero migliore di tanti libri per ragazzi/adulti che non hanno “né capa e né coda.”
Il libro racconta di una famiglia disastrata, sempre più distrutta da “un pesce di nome Wilma” e dalle tensioni fra i due genitori. Analizzando i punti di vista dei tre figli Anatol, Karoline e Benjamin, l’autrice ci mostra come tre personaggi tanto diversi affrontano e vedono questa drammatica e particolare situazione.
Il primo, Anatol, ha tredici anni, ed è sempre immerso nei libri. È molto saggio ed è il primo ad accorgersi del tradimento del padre. La sua durezza lo porta a dubitare, a non fidarsi più di suo papà, comincia a vedere con pessimismo la vita e quasi con odio gli adulti. È il membro della famiglia sul quale si percuotono maggiormente gli effetti disastrosi di un matrimonio andato male e lui stesso dice <i> Da un matrimonio dissestato non può che uscire un ragazzo squilibrato e bugiardo. </i>
La seconda (che poi sarebbe la prima figlia, in realtà), è Karoline e ha quindici anni. Nel libro viene definita come una ragazza che “guarda il mondo da due lenti rosa”, e infatti come tutte le quindicenni sogna di avere nuovi vestiti, un fidanzato, il primo bacio, ma dimostra una grinta e una responsabilità nei momenti più difficili che neanche lei si aspettava di avere. Nonostante comprende le difficoltà della situazione, continua a mantenere accesa la speranza che tutto possa sistemarsi e riesce a trovare sempre la positività anche nei frangenti più oscuri: <i> Da quando però sono esplosi i problemi in famiglia, voglio più bene a tutti e due. </i>
Il terzo e ultimo figlio, Benjamin, è quello che mi ha interessato di meno (avendo sette anni). È un bambino allegro e amico di tutti, e nella sua ingenuità di bambino, è colui che porta fiducia in famiglia. Effettivamente, nonostante bambino, è anche il personaggio che più tenta di rendere concrete le sue azioni: quando il padre abbandona la casa, si reca in ufficio da solo per parlargli e con le poche possibilità che ha, riesce sempre a trovare le soluzioni. Un bambino straordinario.
Nonostante il libro sia diretto principalmente ai bambini, è scritto con un certo stile, che nella sua semplicità (data anche l’età dei narratori) ha anche venature più complesse. Insomma, non è la solita sintassi da prima elementare o lessico da bambino di quattro anni: la scrittura è semplice ma non di quella semplicità “ignorante”.
La situazione che viene presentata ai bambini fa riflettere, e purtroppo al giorno d’oggi, molti di essi possono immedesimarsi facilmente in Benjamin. Un libro che consiglio, che non è il solito romanzetto fantastico per bambini che ha l’intenzione di farli sognare. No. Questo libro ha lo scopo di introdurli nel mondo reale e mostrarli circostanze che possono essere capite e superate nonostante la giovane età.