Bleah!

Evermore - Alyson Noel

Perché ho letto questo libro? Perché mi era sfuggito il desclaimer in copertina: “Da appassionata fan della serie di Twilight, raccomando questo libro a tutti coloro che hanno amato la saga di Stephenie Meyer!”
Ammetto di essere arrivata solamente a pagina 50, di questo libro (che ho letto in un pdf con 204 schermate, quindi più o meno un quarto del libro) , ma ho comunque abbastanza elementi per considerarlo uno dei peggiori libri di sempre.
Il campanello d’allarme mi si è acceso già con l’inizio:

 

"«Indovina chi è?»
I palmi caldi e umidicci delle mani di Haven mi premono forte le guance e il suo anello d'argento a forma di teschio, tutto ossidato in superficie, mi lascia una macchia sulla pelle. Anche se ho gli occhi coperti e chiusi, so che i suoi capelli tinti di nero sono divisi da una riga al centro della testa, che si è messa il corpetto di vinile - sempre nero - sopra il dolcevita (per rispettare le regole sull'abbigliamento imposte dalla scuola), e che la gonna di satin nero, nuova di pacca e lunga fino al pavimento, si è già strappata vicino all'orlo perché lei ci ha inciampato con gli anfibi. E so anche che i suoi occhi sembrano dorati, ma solo perché si è messa le lenti a contatto gialle.
So pure che suo padre non è davvero via 'per affari' come ha detto, che il personal trainer di sua madre è molto più personal che trainer, e che suo fratello più piccolo le ha spezzato in due il CD degli Evanescence ma ha troppa paura per dirglielo.
Per sapere tutte queste cose non ho spiato e non ho sbirciato da nessuna parte. E non me le ha nemmeno dette qualcuno. Le so perché sono sensitiva."

 

Pessimo inizio: l’autrice ci sbatte in faccia la realtà con una superficialità pazzesca già con i primi tre capitoli, nel quale si parla solamente della condizione da sensitiva della protagonista. Detto così suona anche brutto, inoltre non trasmette affatto curiosità al lettore e non lo invoglia ad approfondire i poteri di Ever. Viene raccontato tutto come una noiosa lista della spesa, del tipo “ma chi te l’aveva chiesto?”, una scelta poco efficace. Avrei preferito una serie di flashback, o comunque gli approfondimenti sarebbero dovuti essere progressivi, così il lettore sarebbe rimasto nella curiosità di scoprire questa nuova figura del sensitivo, senza che la realtà della protagonista gli venga direttamente presentata in questa maniera.
L’autrice ha anche sconvolto la figura del sensitivo, assegnando ad Ever tutti i poteri che normalmente non sono racchiusi in una sola persona, infatti per definizione il sensitivo è: Il sensitivo, uomo o donna, è come del resto la parola stessa fa intuire, una persona che riesce a percepire e vedere il prana (energia vitale che avvolge i corpi animali e vegetali), quindi l’aura, mentre la protagonista appena tocca le persone conosce la loro storia, vede i morti, stranamente tocca un libro ed è come se lo avesse letto, cosa che nemmeno ho capito, perché toccando un libro dovresti vedere la storia dell’albero che è stato trasformato in carta, non le parole. Inoltre, perché con i libri sì e, per esempio, con una porta di legno no? Anche gli alberi sono esseri viventi con un’aura e una storia, perché toccandole non vedi il percorso di trasformazione in porte? Quindi già i poteri della protagonista non hanno assolutamente senso!
Tra l’altro, dice di vedere i morti, eppure può parlare soltanto con sua sorella Riley, e non si capisce come non vada in confusione vedendo sia morti che vivi, perché sostanzialmente non ci viene presentata nessuna differenza, anzi, i morti hanno anche un grande guardaroba da cui prendere tutti gli abiti che vogliono .-.
Ambiguo anche il fatto che lei sia diventata sensitiva dopo un incidente, solitamente si hanno questi poteri dalla nascita.

 

Una parola sulla protagonista, Ever: una Mary - sue pazzescamente insopportabile. Prima dell’incidente, faceva parte del gruppo di popolari, intelligenti, belli ecc., ha avuto sei fidanzati e tantissimi amici. Dopo l’incidente, decide di ritirarsi nel gruppo dei nerd, assieme a Miles (il suo amico omosessuale) e Haven (la migliore amica che chiede continuamente attenzioni e veste goth). Ovviamente è bellissima, ma si nasconde sotto felpe e cappucci, e questo le verrà ripetuto di continuo, è ricchissima e ha tutto quello che vuole, ma non è contenta perché vuole ritornare alla vita di prima ed è anche molto contraddittoria: prima dice che la presenza di Riley le tiene compagnia e l’aiuta a sentire la mancanza di una persona in meno, poi esprime fastidio e dice che la sorella le rompe solo le scatole.
La sua unica preoccupazione, in tutto il romanzo (o almeno fino a dove sono arrivata), è lamentarsi perché è diversa, perché non vuole toccare le persone e perché Damen è troppo figo.

 

Damen. In due parole, possiamo paragonarlo a Gesù Cristo, o direttamente a Dio! È perfetto peggio di Christian Grey: ricchissimo, fighissimo, sexyissimo, intelligentissimo! Interviene sempre quando si parla di Cime Tempestose, facendo anche riferimenti storici, ed ha una pazzesca capacità artistica. Così pazzesca, che appena ho letto un rigo orrendo mi son detta “È inutile continuare con questo libro di merda.”


Ma andiamo con ordine. Il fatto che Damen sia bellissimo ci viene ripetuto ogni due righi.

"So che probabilmente stenti a crederci, visto che lui è così favoloso e sexy e strafico e arrapante e incendiario o come cavolo lo chiami."

 

(una decina di righi dopo...)

 

"Cercando di convincermi che un tipo come quello - un tipo così sicuro, così splendido, così completamente eccezio- nale - è troppo fico per curarsi delle sconsiderate parole di una ragazza come me."

 

(alla pagina seguente...)

 

"I sogni falliti del professor Robins, e Stacia, Honor e Craig che si chiedono cosa potrà mai trovare in me quel ragazzo così favoloso."

 

 

Oh.mio.Dio.
Dal ragazzo gentilissimo e carinissimo, si rivela, però, anche un mago. Caccia fiori alla Kaito Kid con le colombe e le regala alla ragazza più popolare della scuola (mandando già Ever affanculo) e fa comparire dal nulla tulipani rossi, che mette nello zaino della protagonista. Lei, ovviamente, essendo una sensitiva e avendo poteri magici, non si chiede come mai una persona possa far comparire dal nulla dei fiori. Dopotutto lei è l’unica che può avere poteri magici, ritenersi speciale e diversa e lamentarsi perché non può essere come gli altri! Il fatto di non collegare l’apparizione dei fiori ad un qualcosa di sovrannaturale, non so se considerarlo come “bitch please, sono l’unica con poteri magici” o come una demente. Penso più la seconda.
Comunque, vi ricordate l’abilità pittoresca di Damen? Ecco, addirittura viene paragonato a Pablo Picasso solamente per aver fatto un’imitazione! Un genio dell’arte sputtanato in questo modo da un fottuto Gary-tsu!

In generale, lo stile dell’autrice è abbastanza noioso, si perde in descrizioni che tenta di far sembrare complesse e dettagliate, ma l’unica impressione che dà è quella di una bambina che vuole imparare a scrivere, e che imita nello stile i suoi autori preferiti.
Non mi interessa quale creatura sovrannaturale sia Damen, sappiamo già dalle prime pagine che lui ed Ever si innamoreranno e che la protagonista rischierà di compromettere il suo rapporto con la sua migliore amica.